- Gilles Deleuze -
il sogno sionista come il sogno americano
[…] Da un lato all’altro si tratterà di fare come se il popolo palestinese, non solo non dovrebbe più essere, ma non è mai esistito. I conquistatori sono stati fra quelli che avevano subito essi stessi il più grande genocidio della storia. Di tale genocidio i sionisti ne hanno fatto un male assoluto. Ma trasformare il più grande genocidio della storia in male assoluto è una visione religiosa e mistica, non è una visione storica. Essa non ferma il male, al contrario lo propaga, lo fa ricadere su altri innocenti, esige una riparazione che fa subire a questi altri una parte di ciò che gli ebrei hanno subito (espulsioni, messa nel ghetto, scomparsa come popolo).
Con dei mezzi più “freddi” del genocidio, si vuole arrivare allo stesso risultato.
Gli Stati Uniti e l’Europa dovevano la
riparazione agli ebrei. E questa riparazione, l’hanno fatto pagare a un popolo
di cui il meno che si possa dire è che non c’entrava nulla, particolarmente
innocente per tutto l’olocausto e non ne aveva neanche inteso parlare. È lì che
il grottesco comincia, e anche la violenza. Il sionismo, poi lo Stato d’Israele
esigeranno che i Palestinesi ne riconoscano il diritto. Ma lo Stato d’Israele
non cesserà di negare il popolo palestinese in quanto tale. Non si parlerà mai
di Palestinesi, ma di Arabi di Palestina, come se essi si fossero trovati lì
per caso o per errore. E dopo, si farà come se i Palestinesi espulsi venissero
da fuori, non si parlerà della prima guerra di resistenza che hanno sostenuto
da soli. Se ne farà i discendenti di Hitler, perché non riconoscono il diritto
d’Israele. Ma Israele si riserva il diritto di negare la loro esistenza di
fatto. È là che comincia la finzione che si estende sempre più e pesa su tutti
quelli che difendono la causa palestinese. Tale finzione, tale scommessa di
Israele, è di far passare per antisemiti tutti quelli che contesteranno le
condizioni di fatto e le azioni dello Stato sionista. Questa operazione trova
la sua fonte nella fredda politica d’Israele nei confronti dei Palestinesi.
Israele non ha mai nascosto il suo obiettivo, sin dall’inizio: fare il vuoto nel territorio palestinese. E ancora meglio, fare come se il territorio palestinese fosse vuoto, destinato da sempre ai sionisti. Si trattava di colonizzazione, ma non nel senso europeo del XIX° secolo: non si sfrutteranno gli abitanti del paese, li si farà andare via. (vedi nota alla fine). Quelli che resteranno non se ne farà manodopera dipendente del territorio, ma piuttosto una manodopera volante e distaccata, come se fossero degli immigrati chiusi nel ghetto. Sin dall’inizio è l’acquisto di terre sotto la condizione che esse siano vuote di occupanti o svuotabili. È un genocidio, ma in cui lo sterminio fisico resta subordinato all’evacuazione geografica: dicono che non erano che Arabi in generale, i Palestinesi sopravvissuti dovranno andare a fondersi con altri Arabi. Lo sterminio fisico, che sia o no conferito a dei mercenari, è perfettamente presente. Ma non è un genocidio, dicono, poiché non è l’“obiettivo finale”: in effetti, è un mezzo fra altri.
La complicità degli Stati Uniti con Israele non
viene solo dalla potenza di una lobby sionista. Elias Sanbar ha ben mostrato
come gli Stati Uniti ritrovino in Israele un aspetto della loro storia: lo
sterminio degli Indiani che non fu anche direttamente fisico. Si trattava di
fare il vuoto, e come se non ci fossero mai stati Indiani, salvo nei ghetti che
ne faranno immigrati dell’interno. Da molti punti di vista i Palestinesi sono i
nuovi Indiani, gli Indiani d’Israele. L’analisi marxista indica i due movimenti
complementari del capitalismo: imporre costantemente dei limiti, all’interno
dei quali disporre e sfruttare il suo sistema; respingere sempre più lontano
questi limiti, oltrepassarli per ricominciare più in grande o più intensa la
sua fondazione. Respingere i limiti, era l’atto del capitalismo americano, del
sogno americano, ripreso da Israele e il sogno del Grande Israele sul
territorio arabo, sulle spalle degli Arabi”.
note e traduzione di Turi Palidda
NB: nel 1983 Deleuze non aveva ancora visto la
colonizzazione genocida praticata dai coloni e dai militari israeliani che
portarono alla prima e poi alla seconda intifada, l’operazione “scudo
difensivo” degli israeliani, la più grande operazione militare dopo la guerra
dei sei giorni, poi l’operazione “camino firme”, quella “arcobaleno”, quelle
detta dei “giorni di penitenza”, l’operazione “piogge estive”, la battaglia di
Gaza del 2007, la crisi del 2008, l’operazione “inverno caldo”, quella “piombo
fuso”, quella “colonna nuvola” e ancora dopo sempre nuove stragi di Palestinesi
sino a quelle del maggio 2021