martedì 1 giugno 2021

«I PALESTINESI SONO I NUOVI INDIANI, GLI INDIANI D’ISRAELE»

Gilles Deleuze -

    il sogno sionista come il sogno americano 


Ecco cosa scriveva Gilles Deleuze a proposito della creazione dello Stato israeliano a danno dei palestinesi nella sua raccolta di testi pubblicata da Minuit nel 1983, Deux régimes de fous. In questo testo illustra in particolare molto bene l'oscenità di chi, purtroppo numerosi, gridano all'antisemitismo (nientemeno!) per far tacere il sostegno alla resistenza palestinese     

[…] Da un lato all’altro si tratterà di fare come se il popolo palestinese, non solo non dovrebbe più essere, ma non è mai esistito. I conquistatori sono stati fra quelli che avevano subito essi stessi il più grande genocidio della storia. Di tale genocidio i sionisti ne hanno fatto un male assoluto. Ma trasformare il più grande genocidio della storia in male assoluto è una visione religiosa e mistica, non è una visione storica. Essa non ferma il male, al contrario lo propaga, lo fa ricadere su altri innocenti, esige una riparazione che fa subire a questi altri una parte di ciò che gli ebrei hanno subito (espulsioni, messa nel ghetto, scomparsa come popolo).  

Con dei mezzi più “freddi” del genocidio, si vuole arrivare allo stesso risultato.
Gli Stati Uniti e l’Europa dovevano la riparazione agli ebrei. E questa riparazione, l’hanno fatto pagare a un popolo di cui il meno che si possa dire è che non c’entrava nulla, particolarmente innocente per tutto l’olocausto e non ne aveva neanche inteso parlare. È lì che il grottesco comincia, e anche la violenza. Il sionismo, poi lo Stato d’Israele esigeranno che i Palestinesi ne riconoscano il diritto. Ma lo Stato d’Israele non cesserà di negare il popolo palestinese in quanto tale. Non si parlerà mai di Palestinesi, ma di Arabi di Palestina, come se essi si fossero trovati lì per caso o per errore. E dopo, si farà come se i Palestinesi espulsi venissero da fuori, non si parlerà della prima guerra di resistenza che hanno sostenuto da soli. Se ne farà i discendenti di Hitler, perché non riconoscono il diritto d’Israele. Ma Israele si riserva il diritto di negare la loro esistenza di fatto. È là che comincia la finzione che si estende sempre più e pesa su tutti quelli che difendono la causa palestinese. Tale finzione, tale scommessa di Israele, è di far passare per antisemiti tutti quelli che contesteranno le condizioni di fatto e le azioni dello Stato sionista. Questa operazione trova la sua fonte nella fredda politica d’Israele nei confronti dei Palestinesi.

Israele non ha mai nascosto il suo obiettivo, sin dall’inizio: fare il vuoto nel territorio palestinese. E ancora meglio, fare come se il territorio palestinese fosse vuoto, destinato da sempre ai sionisti. Si trattava di colonizzazione, ma non nel senso europeo del XIX° secolo: non si sfrutteranno gli abitanti del paese, li si farà andare via. (vedi nota alla fine). Quelli che resteranno non se ne farà manodopera dipendente del territorio, ma piuttosto una manodopera volante e distaccata, come se fossero degli immigrati chiusi nel ghetto. Sin dall’inizio è l’acquisto di terre sotto la condizione che esse siano vuote di occupanti o svuotabili. È un genocidio, ma in cui lo sterminio fisico resta subordinato all’evacuazione geografica: dicono che non erano che Arabi in generale, i Palestinesi sopravvissuti dovranno andare a fondersi con altri Arabi. Lo sterminio fisico, che sia o no conferito a dei mercenari, è perfettamente presente. Ma non è un genocidio, dicono, poiché non è l’“obiettivo finale”: in effetti, è un mezzo fra altri.

La complicità degli Stati Uniti con Israele non viene solo dalla potenza di una lobby sionista. Elias Sanbar ha ben mostrato come gli Stati Uniti ritrovino in Israele un aspetto della loro storia: lo sterminio degli Indiani che non fu anche direttamente fisico. Si trattava di fare il vuoto, e come se non ci fossero mai stati Indiani, salvo nei ghetti che ne faranno immigrati dell’interno. Da molti punti di vista i Palestinesi sono i nuovi Indiani, gli Indiani d’Israele. L’analisi marxista indica i due movimenti complementari del capitalismo: imporre costantemente dei limiti, all’interno dei quali disporre e sfruttare il suo sistema; respingere sempre più lontano questi limiti, oltrepassarli per ricominciare più in grande o più intensa la sua fondazione. Respingere i limiti, era l’atto del capitalismo americano, del sogno americano, ripreso da Israele e il sogno del Grande Israele sul territorio arabo, sulle spalle degli Arabi”.



note e traduzione di Turi Palidda


NB: nel 1983 Deleuze non aveva ancora visto la colonizzazione genocida praticata dai coloni e dai militari israeliani che portarono alla prima e poi alla seconda intifada, l’operazione “scudo difensivo” degli israeliani, la più grande operazione militare dopo la guerra dei sei giorni, poi l’operazione “camino firme”, quella “arcobaleno”, quelle detta dei “giorni di penitenza”, l’operazione “piogge estive”, la battaglia di Gaza del 2007, la crisi del 2008, l’operazione “inverno caldo”, quella “piombo fuso”, quella “colonna nuvola” e ancora dopo sempre nuove stragi di Palestinesi sino a quelle del maggio 2021