domenica 11 agosto 2013

Appello contro il Muos


20 intellettuali americani si schierano a  favore della battaglia degli attivisti contro il Muos. Tra questi anche il celebre linguista e filosofo statunitense Noam Chomsky, professore emerito di linguistica al MIT- Massachusetts Institute of Technology, noto per aver rivoluzionato la linguistica teorica moderna. I firmatari dell'appello hanno inteso mettersi a fianco della protesta No Muos, chiedendo al governo USA uno stop alla istallazione del sistema di comunicazione satellitare Muos a Niscemi.

"IL PROGETTO MUOS E LA MILITARIZZAZIONE DELLA SICILIA NON SONO NELL’INTERESSE DEI CITTADINI E DELLE CITTADINE AMERICANI

CONDANNIAMO FERMAMENTE LE VIOLENZE CONTRO I MANIFESTANTI E CHIEDIAMO CHE IL LORO DIRITTO DI PAROLA E DI PROTESTA VENGA RISPETTATO

ESPRIMIAMO LA NOSTRA PIENA SOLIDARIETÀ CON LA SOCIETÀ CIVILE SICILIANA IN PROTESTA CONTRO IL MUOS"


La lettera è stata firmata da:
Linda Alcoff (Cuny) 
Stanley Aronowitz (Cuny)
Richard Bernstein (New School for Social Research)
Jay Bernstein (New School for Social Reasearch)
Johanna Brener (Portland State University)
Robert Brenner (Ucla)
Noam Chomsky (MIT)
Mike Davis (UC Riverside)
Kevin Floyd (Kent University)
Nancy Fraser (New School for Social Research)
David Graeber (London School of Economics)
Michael Hardt (Duke University)
Chris Hedges (The Nation Institute)
Nancy Holmstrom (Rutgers University)
Paul Kottman (New School for Social Research)
Charles Post (Cuny)
Dick Walker (UC Berkeley)
Cornel West (Union Theological Seminary).


sabato 3 agosto 2013

Newsletter n.18

rassegna mensile

sommario

di Philippe Van Parijs

Se l'Unione europea vuole essere per i suoi cittadini più popolare di una burocrazia senza stato, se vuole essere percepita come un'Europa nella quale i cittadini possano identificarsi, allora occorre introdurre qualcosa di completamente nuovo: un reddito di base per ciascun cittadino, quale meccanismo di compensazione degli squilibri tra Stati

La rivolta che non crede nel futuro

di Franco Berardi Bifo
Nello scacchiere del mondo islamico si combattono diverse guerre, e nessuna di queste ha molto a che fare con la democrazia, questo feticcio che, svuotato di contenuto e di efficacia in Occidente, viene pubblicizzato con insistenza come un prodotto di scarto che gli occidentali sperano di rifilare a chi non l’ha mai visto

di Emiliano Brancaccio
il nome di Keynes «è tornato improvvisamente a risuonare nei dibattiti di politica economica. Si tratta, beninteso, di una evocazione ancora spettrale, che per adesso incide solo in termini marginali e confusi sulle azioni pratiche delle autorità monetarie e di bilancio. Ma già il solo fatto che Keynes venga nuovamente menzionato nell’agorà politica appare a molti un segnale minaccioso, un potenziale incentivo all’eversione del precario ordine finanziario costituito»

comunicato stampa - AIE
L’associazione nazionale di epidemiologia ha messo in evidenze un diverso quadro scientifico nel quale si richiamano le molte ricerche condotte nell’area di Taranto e le risultanze acclarate dalla letteratura consolidata. A partire da questi studi si può oggettivamente condurre una attenta perizia per la Valutazione di Impatto Sanitario

di  Riccardo Bellofiore
Dal riproporsi della tendenza al «crollo» preconizzata da Marx non si può derivare alcuna tendenza automatica ad una politica rivoluzionaria. Per troppo tempo, secondo Mattick, è stata sospesa la tendenza all’impoverimento assoluto. Ma proprio il riattualizzarsi della tendenza alla crisi non può che riaprire la possibilità di una prassi antagonistica, senza che di essa vi sia mai certezza

a cura di Claudia Bernardi e Luca Cafagna
La gestione neoliberale della crisi del capitalismo ha imposto quella che ÉtienneBalibar definisce, riprendendo le analisi schmittiane, una «dittatura commissaria»: una ridefinizione dell’assetto istituzionale europeo secondo stati d’eccezione che impongono una gestione dall’alto della crisi tramite gli ormai noti governi nazionali imposti dalla troika.

di Andrea Fumagalli e Carlo Vercellone
Più che di un reddito di cittadinanza si dovrebbe parlare di un reddito di base incondizionato: un salario sociale legato ad un contributo produttivo oggi non riconosciuto. La sua instaurazione permetterebbe la transizione verso un modello di sviluppo fondato sul primato del non-mercantile e di forme di cooperazione alternative

di Otonom
OccupyGezi ha dato avvio ad una rivolta contro la mercificazione e la classificazione della vita secondo la rendita. È  desiderio di libertà tra le differenze immanenti ai gradi d’intensità, in contrasto con l’equalizzazione quantitativa che annichilisce le qualità di singolarità e differenze ... la moltitudine è  una virtualità che promuove la continua espressione delle singolarità

di Slavoj Žižek
Marx scriveva che l’umanità si propone solo i problemi che sia in grado di risolvere. E se invertissimo questa frase e dichiarassimo che, come regola generale, l’umanità si propone solo i problemi che non possono essere risolti, e quindi mette in moto un processo il cui sviluppo è imprevedibile, e nel corso del quale lo stesso obiettivo viene ridefinito?

di  Claudio Cavallari
il filo genealogico che si dipana dentro la trama teorica del  volume curato da Gigi Roggero e Adelino Zanini (“Genealogie Del Futuro”, un libro collettivo edito per la collana di Uninomade di Ombre Corte) non serve a riavvolgere una continuità identitaria nel fluire del tempo, ma a sovvertire il presente: cosa significa sovvertire il presente ricostruendo genealogie del futuro?

di Robert Kurz
riprendiamo parte delle 12 tesi della comunicazione presentata da Kurz nella Conferenza del Forum Marxista della Sassonia (Nov,2009), estrapolando quelle che pongono l’attenzione sul futuro della sinistra e specificamente sull’orizzonte illusorio che gioca ancora l’ideologia lavorista

di Vincenzo Cuomo
proponiamo una versione ridotta dell’intervento pubblicato su Kainos (numero 13 - Derive del lavoro). Si tratta di alcune riflessioni sul tema delle nuove forme del lavoro nell’epoca del “capitalismo digitale” che prendono, in particolare, spunto dal volume “Felici e sfruttati. Il capitalismo digitale e l'eclissi del lavoro” di Carlo Formenti