di Diktio (Rete per i Diritti Politici e Sociali)
Un contributo sulle implicazioni di un possibile
governo a guida Syriza. Rafforzare l’autorganizzazione sociale contro la
passività e la rassegnazione. Avviare una opposizione propulsiva al governo di
sinistra: "un misto di richieste, pressioni, strutture indipendenti di potere
popolare e di controllo sociale dei mezzi di produzione, dell’apparato statale
e dei servizi pubblici, che costituisce l’unica via capace di attivare i
lavoratori e i disoccupati, ma anche di permettere a questo governo di non
esistere soltanto come una mera parentesi storica" (Leggi anche: Cosa
significherebbe per i movimenti una vittoria di Syriza?)
Siamo
testimoni di un periodo unico. Per la prima volta nel dopoguerra, esiste una
seria possibilità che un governo di sinistra venga eletto. Ciò da solo
rappresenta un punto di svolta nel corso degli eventi nazionali e
internazionali – propulsivo se avrà successo, disastroso se fallirà. In questo
senso, al di là dell’opinione che ognuno può avere rispetto all’affidabilità,
alla dinamica, agli “allargamenti” e alla forza di SYRIZA (per quanto ci
riguarda noi non ci aspettiamo troppo), nessuno dovrebbe rimanere indifferente
di fronte alla possibilità che si formi un governo di sinistra o dovrebbe
attenderne il fallimento per dimostrare la propria coerenza.
La
situazione è estremamente difficile. Nonostante tutte le grandi lotte degli
anni precedenti il collasso totalitario dei Memoranda non è stato fermato, per
ragioni che non possiamo analizzare in questo testo. Comunque, la combinazione
della durezza del governo e le grandi lotte hanno radicalizzato ampi strati
sociali e hanno causato profondi sconvolgimenti politici. Anche se il passato è
espresso principalmente nel campo elettorale, questa non è in alcun modo una
ragione per svalutare questo sviluppo. Infatti, è (o dovrebbe essere vero)
l’opposto: per tutti noi che crediamo che le mobilitazioni popolari e
l’auto-organizzazione siano una condizione sine qua non per il progetto di
trasformazione sociale, siamo solo noi a poter valutare le possibilità che un
governo di sinistra può offrire allo sviluppo dei un movimento di massa e,
naturalmente, alla sopravvivenza degli strati popolari.
La
durezza con cui SYRIZA viene trattata dalla destra greca e dall’élite politica
internazionale, questo clima di terrore e ricatto simile a una “guerra civile”,
sono indicativi dell’interesse di “quelli di sopra” rispetto alla possibilità
di un governo di sinistra. Perché lo fanno? Perché hanno delle illusioni
parlamentari? O forse perché sanno bene che nell’epoca del totalitarismo
neoliberale le rotture sono proibite perché potrebbero provocare crepe nella
relazione egemonica che ancora conservano su “quelli di sotto”? Se questo
conta, riteniamo perfettamente normale, nonostante tutte le riserve e i
disappunti per le ritrattazioni e gli aggiustamenti verso destra di SYRIZA, la
scelta di ampie parti della società, ma anche del movimento, di sostenere
SYRIZA alle elezioni, per mettere un freno al saccheggio delle persone, per
limitare lo spazio di illegalità del capitale, il dispotismo dello stato, dei
mass media, del razzismo e del fascismo dentro e fuori gli apparati statali.
Ma
davvero crediamo che un governo di sinistra possa fare anche solo una minima
parte di tutto ciò senza che ci sia il massimo dell’autorganizzazione e della
mobilitazione delle persone? Può un governo di questo tipo affrontare le sedi
nazionali e internazionali se non ha dato in anticipo messaggi reali e
tangibili che è dalla parte di “quelli di sotto”? E come può farlo? Suggerendo
loro pazienza e tolleranza o rafforzando in tutte le aree la partecipazione e
le richieste della gente?