di
Franco Piperno
con
il suo intervento Piperno entra nella discussione relativa al travaglio politico
interno a SEL. Ma guarda più in là, alle aspettative di quanti si sono
impegnati nella campagna elettorale europea e sostenuto la Lista Tsipras, fuori
da tutti i cespugli testimoniali della forma-partito novecentesca. Superare la residualità
cetuale e la pretesa di rappresentanza istituzionale del movimento antagonista.
Rideterminare il rapporto della militanza nel processo dal basso per una nuova
soggettività autodeterminata, piuttosto che esaurirlo nello svilimento ciclico
e rituale per la conquista di qualche strapuntino parlamentare: l'esodo dalla
forma partito è il presupposto –e non solo per SEL- per la costruzione di un progetto
comune: “ Organizzare questo esodo comporta anche una trasformazione interiore
del militante, immunizzandolo dalla corruzione della rappresentanza”
L'assemblea
dei militanti SEL a Roma si presenta come l'approdo di una lunga deriva durata
anni. All'inizio era stata Rifondazione Comunista, il tentativo, pubblicamente
dichiarato, di riprendere in Italia la prassi politica comunista, dopo la fine
del PCI. L'idea era quella, non nuova per la verità, di costruire un "partito di
lotta e di governo", dove la lotta facesse aggio sul governo.
Le cose erano andate in modo diverso; e dopo una fase nella quale Il corpo politico di Rifondazione aveva mostrato con bella evidenza la sua internità alle lotte sociali e perfino alle insorgenze dei luoghi, il successivo coinvolgimento nel governo di centro-sinistra aveva rapidamente corrotto quel partito; non già nella condotta morale dei militanti, ma nel prevalere sistemico dei vincoli di governabilità sulle esigenze dei movimenti sociali.
Così l'esperimento di Rifondazione s'era risolto in un naufragio, che a sua volta aveva generato tre partiti e mezzo al posto di uno. Uno di questi, il più consistente per altro, s'è venuto sedimentando attorno a Niki Vendola, il governatore delle Puglie, a capo di una giunta di sinistra-centro.
Si sono dati come nome SEL, sinistra, ecologia e libertà. E già questo lessico, anodino e ridondante, designava un destino, una sorta di tacita ipoteca. In SEL ogni riferimento sia pure indiretto alla parola "comunismo" si è dileguato; come anche a termini più mansueti come "socialismo", "socialdemocrazia", "liberal socialismo" e via sciorinando. Niente che ricordi, sia pure alla lontana, la singolarità dell'origine di quel ceto politico, la sua provenienza etico-politica.
Le cose erano andate in modo diverso; e dopo una fase nella quale Il corpo politico di Rifondazione aveva mostrato con bella evidenza la sua internità alle lotte sociali e perfino alle insorgenze dei luoghi, il successivo coinvolgimento nel governo di centro-sinistra aveva rapidamente corrotto quel partito; non già nella condotta morale dei militanti, ma nel prevalere sistemico dei vincoli di governabilità sulle esigenze dei movimenti sociali.
Così l'esperimento di Rifondazione s'era risolto in un naufragio, che a sua volta aveva generato tre partiti e mezzo al posto di uno. Uno di questi, il più consistente per altro, s'è venuto sedimentando attorno a Niki Vendola, il governatore delle Puglie, a capo di una giunta di sinistra-centro.
Si sono dati come nome SEL, sinistra, ecologia e libertà. E già questo lessico, anodino e ridondante, designava un destino, una sorta di tacita ipoteca. In SEL ogni riferimento sia pure indiretto alla parola "comunismo" si è dileguato; come anche a termini più mansueti come "socialismo", "socialdemocrazia", "liberal socialismo" e via sciorinando. Niente che ricordi, sia pure alla lontana, la singolarità dell'origine di quel ceto politico, la sua provenienza etico-politica.