I temi di maggior rilevanza che hanno caratterizzato il dibattito politico di questa settimana, dal nostro punto di vista, sono le presidenziali francesi di domenica scorsa e la “assemblea costituente” del soggetto politico nuovo di domani. Le questioni si intrecciano perché in qualche modo il discreto successo della sinistra d’oltrealpe (seppur sotto le previsioni preelettorali che davano un consenso ben più ampio di quello ottenuto da Mélenchon) richiama il progetto – quanto meno sul piano formale organizzativo - a cui si ispirano i promotori convocatisi in quel di Firenze.
Il nodo da sciogliere, sia nell’ipotesi nostrana che in quella de “la rive gauche”, sebbene con differenze sostanziali non indifferenti (per esempio quell’antieuropeismo che ha caratterizzato fin qui l’estrema sinistra francese, oltre ad una arretratezza sul terreno programmatico, in primis, la questione sui beni comuni e un nuovo welfare basato sui diritti di cittadinanza), è quello del rapporto tra i movimenti e lo spazio della rappresentanza istituzionale.